Quante volte si sente questa richiesta anche da persone che sembrano avere tutti “i numeri” per essere “nella normalità”! “Non voglio più essere invisibile o ignorato/a!”, “Cosa fare per aver diritto anch’io ad esistere invece di sentirmi sempre ignorato”. Sono frasi che sento spesso pronunciare, con vero dolore.
In effetti, alcune persone hanno un potere carismatico, sono ascoltate e seguite. Niente a che vedere, però, con l’autoritarismo o l’imposizione intransigente del loro punto di vista: ci si fida di loro e si ha voglia di seguirle con la massima fiducia. E non è neanche una scelta guidata dall’aspetto fisico: la loro semplice presenza è magnetica e lascia, come si suol dire, qualche cosa nell’aria. Queste persone catturano l’attenzione appena entrano in una stanza, appena aprono bocca, mentre altre sembrano veramente insignificanti, trasparenti.
Secondo lo psicologo e sociologo Abraham Maslow, la voglia di essere riconosciuti è uno dei bisogni più importanti sulla scala delle motivazioni umane. Questo spiega quanto sia doloroso per un individuo passare inosservato.
Ma come suscitare l’interesse e colpire le persone? Essendo particolarmente originale? Cercando di imporci? Coltivando delle qualità umoristiche o effetti a sorpresa? Niente affatto. Si tratta di espedienti di poco valore e nessuno si lascia ingannare! Per essere notati, occorre sviluppare la propria coerenza interiore, ossia far in modo che ci sia un accordo, un legame autentico tra quello che si pensa, quello che si dice e quello che si fa. Quelli che hanno una “vera presenza” sono quelli che si permettono di essere loro stessi, in qualsiasi situazione, con la massima semplicità e onestà. Non hanno bisogno di alimentare una leggenda personale, non hanno paura di svelare i propri difetti o debolezze: anzi, da questi nasce la loro originalità e singolarità.
Ricordo un episodio, da studentessa. Un amico mi chiese come mai riuscivo a fare tante cose e ad essere così presente. La risposta di getto, che ho analizzato in un secondo tempo, fu “Non metto mai maschere, così come non riesco a truccarmi“! Questo spiegava il tempo guadagnato (o per lo meno non sprecato) nel cercare di aggiustare sempre la maschera in base all’interlocutore e la fiducia che poteva riporre in me chi avevo di fronte sapendo che non recitavo. In effetti, paradossalmente si ha più successo quando si decide di smettere di dover piacere a tutti i costi. Con la spontaneità, si può rafforzare e sviluppare il proprio charme e di conseguenza il proprio carisma. Si manifesta, allora, una libertà quasi insolente che magnetizza chi è vicino.
Occorre però deciderlo. Tutti possono provare a richiamare l’attenzione con piccole esperienze positive, piccoli successi. Non si impara sui libri o con dei corsi specifici; si devono vivere queste esperienze che vanno spesso nella direzione opposta all’educazione ricevuta (“Non parlare con gli sconosciuti”, “Non fidarti di nessuno”, “Lascia parlare il signore”) o che sono bloccate dalla paura dell’errore o del fallimento.
Nelle prossime due settimane cominceremo qualche esercizio citando vari esempi concreti con un suggerimento di soluzione. In somma, situazioni chiavi in mano!
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