Tutto ciò che riguarda la sessualità mette spesso in imbarazzo i genitori che si chiedono come parlare all’adolescente dato che, magari, loro stessi non sono stati informati in famiglia. Non solo ci si chiede se parlare e come farlo ma anche chi dei due genitori deve parlare. Qualunque sia la scelta, cerchiamo di fare crescere i figli in un ambiente senza falsi tabù, nel quale considerare la sessualità come normalità e non come divieto o, peggio ancora, come una “cosa schifosa“. Troppo spesso, infatti, mi si presentano casi con anomalie sessuali legate all’educazione ricevuta.
Prendiamo l’esempio del ragazzo che fa frequenti allusioni sessuali e che si chiude regolarmente in camera o sta ore sotto la doccia.
Evitiamo di dirgli cose del tipo “Sei ossessionato“, “Non sei normale” o, peggio ancora, “Ti verrà qualcosa, ti stai facendo del male!“
Gli adolescenti vivono uno tsunami ormonale: gli estrogeni femminili sono moltiplicati per 40 mentre il testosterone maschile arriva ad essere 60 volte il livello normale! La masturbazione fa parte della scoperta del proprio corpo in trasformazione. Questa ha spesso inizio da piccolo, come primo contatto anatomico con il proprio corpo; da adolescente, invece, gli permette di capire meglio il suo funzionamento. La masturbazione è, quindi, formatrice. Più l’adolescente prende possesso del suo corpo, più sarà in grado di far salire l’eccitazione e meglio conoscerà il percorso per raggiungere l’orgasmo e riuscire a condividere, in un secondo tempo, il piacere guidando l’altra persona su se stesso. Inoltre, l’adolescente impara anche a controllarsi invece di lasciarsi andare velocemente ed i suoi rapporti sessuali futuri daranno maggior soddisfazione a lui ed alla sua partner.
L’adolescente, maschio o femmina che sia, ha bisogno di momenti di solitudine e di uno spazio proprio. Prendiamo l’abitudine di bussare di fronte ad una porta chiusa sin da quando è piccolo, così come lo pretendiamo per noi. Evitiamo intrusioni selvagge senza essere stati invitati nel suo spazio. Se si ferma troppo in bagno, evitiamo di urlare davanti alla porta “Ma cosa stai facendo, quanto tempo ci vuole…?” Non facciamo commenti, quello che fa l’adolescente riguarda lui e solo lui, tranne se ci dovessero essere conseguenze per la sua salute. Il ché non ha nulla a che fare con la masturbazione.
Come parlargli dei preservativi?
Evitiamo assolutamente di fingere complicità dicendogli “Vai in vacanza, ho pensato a tutto e ti ho messo nei bagagli una scatola di preservativi“.
Questa non è altro che un’intrusione. Ci auguriamo che il ragazzo sia stato sufficientemente e seriamente informato prima, in modo tale che sia lui a decidere se e quando provvedere a questo acquisto. Al limite, nelle famiglie in cui si usano, il ragazzo potrebbe aver libero accesso ai preservativi. In tal caso, tutto sembra normale e condiviso, senza che lui debba infrangere la sua privacy o che i genitori, nella loro preoccupazione per la sua salute, lo spingano in tale direzione, magari in modo prematuro.
Non si capisce il perché i padri facciano tanta fatica a parlare di sesso con i figli o più esattamente, quando lo fanno, sono già adulti e cercano maggiormente di complicità piuttosto che dare loro un’educazione. Sin dall’adolescenza, il papà dovrebbe insegnare al figlio a mettersi un preservativo in modo tale che ciò diventi un fatto naturale, così come la mamma insegnerà alla ragazza l’uso dei tamponi vaginali. L’adolescente deve sentirsi pronto quando arriverà il desiderio del primo contatto sessuale, senza dover sormontare una prova per la quale si può sentire impreparato ed infantile.
Ricordiamo che il preservativo non si propone ma si impone! Cerchiamo, quindi, di fare in modo che nel ragazzo si crei un riflesso condizionato: sesso = preservativo.
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