Tutti abbiamo le nostre piccole manie, che diventano un problema quando non riusciamo a farne a meno ed è allora che questi nostri automatismi diventano rivelatori di ansia.
Prendiamo in esame alcuni esempi concreti.
“Il mio arsenale alimentare non mi lascia mai”
“In viaggio, anche solo per passare il week end dai miei genitori, porto sistematicamente con me muesli mescolato ai semi di lino, alla lecitina di soia ed al sesamo, nonché dieci flaconcini di integratori. Senza dimenticare la “base”: riso integrale e lenticchie, tranne quando vado dai miei genitori che ne sono sempre provvisti. La mia alimentazione vegetariana e biologica è terapeutica. I cereali integrali agiscono sul mio sistema nervoso come una medicazione. Senza di loro, mi sento invecchiare e cadere in depressione. Se dovessi allontanarmi da casa due settimane senza il mio kit, non potrei minimamente rilassarmi e godere della vacanza. Trovo sempre i cibi troppo raffinati e con uso esagerato di carne. D’altronde, cosa dire dei posti che non offrono altro che panini o patate fritte! Meglio non mangiare niente. Ho probabilmente imparato ed assorbito certe abitudini da mia madre che, quando ero adolescente, mangiava solo macrobiotico. Non vedo altre scappatoie dal punto di vista alimentare”.
Il rituale alimentare di questa signora corrisponde ad un bisogno costante di controllo. E’ sempre in preda all’angoscia di invecchiare, di ammalarsi o di morire, non si tratta semplicemente di una predilezione per un modo di alimentarsi piuttosto che un altro. Il fattore patologico è messo in evidenza dal rituale che non riesce ad ignorare o ad ammorbidire in certe situazioni eccezionali. L’alimento che lei non controlla (o che, per meglio dire, non è controllato dal suo credo) è suscettibile di rivelarsi un nemico in qualsiasi momento; nemico che attacca il suo corpo dall’interno e che lo potrebbe indebolire. Per lei, tutto quello che viene dall’esterno rappresenta una minaccia potenziale. Una fobia che si manifesta anche a livello sessuale.
In effetti, questa paziente ha avuto una madre molto angosciata dal tempo che passava, piena di fobie e di manie e per di più ha perso un fratello molto giovane.
Ricordiamo che il cibo rappresenta la vita, il suo controllo è il controllo della qualità della vita. Mentre controllo, mi sento un “Io”: attiva, capace, sveglia, quindi viva; mentre l’ansia è paura della morte.
Impariamo, però, a distinguere quelle che sono le abitudini alimentari dalle fissazioni. E’ giusto avere dei gusti ben precisi, delle preferenze per il palato o per la salute, così come lo è avere delle abitudini assorbite quando eravamo piccoli o, al contrario, sviluppate in reazione a quelle che ci venivano imposte!
Questi non sono rituali e non devono né preoccupare né essere oggetto di giudizio.
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