La scorsa settimana, abbiamo iniziato a dare qualche suggerimento sul come evitare di trasmettere ai figli le nostre piccole nevrosi ed oggi citerò altri due esempi. Qualcuno si potrà chiedere perché “nevrosi” e non solo, come la settimana scorsa, “fissazioni“: diciamo che tutte le manie e le fissazioni sono nevrotiche ma le nevrosi non si manifestano solo in fissazioni.

iStock_000041394938_Large

  • Ho paura dei microbi.

Germi, batteri, acari, sono tutti miei nemici e passo il tempo a pulire ed a controllare l’igiene di tutti. Tratteremo più avanti nel dettaglio questo argomento: oggi ci concentriamo sul rapporto col bimbo, al quale imponiamo di lavarsi le mani 20 volte al giorno o di non toccare niente che possa essere potenzialmente “contagioso”.

Cosa succede per il bambino

C’è il forte rischio che sviluppi una grande paura del mondo esterno, vissuto come minaccioso, pericoloso. Non sarà mai rilassato, bensì sulla difensiva dato che siamo il bersaglio di nemici invisibili. Rischia anche lui di diventare come voi: diffidente e poco a poco antisociale.

Come comportarsi?

Si prende penna e carta, due fogli. Sul primo si scrivono le abitudini di igiene indispensabili (lavarsi i denti dopo i pasti, lavarsi le mani prima di mettersi a tavola, ecc), e sul secondo foglio tutte le altre, tante/tutte superflue, “gratuite”. Leggendo assieme il primo foglio, si spiega al bambino il perché di queste regole di igiene, mentre guardando il secondo foglio gli facciamo capire che sono le nostre piccole manie inutili. Queste ci fanno perdere tempo, perché è inutile, ad esempio, voler aspirare il materasso tutti giorni per paura degli acari. Ed oltretutto non serve a niente. “E’ una mia piccola mania, ma tu sei molto più bravo di me. A ciascuno i suoi difetti ma anche le sue qualità“.  

  • Sono internet dipendente

Sono tante le mamme sempre incollate allo schermo per verificare la posta, “istruirsi” con Google o curiosare su Facebook. Anche se pensano a tutto ciò con senso di colpa (“Che cattivo esempio sono per mio figlio conoscendo bene tutti i pericoli legati ad internet“), appena hanno un minuto eccole di nuovo estranearsi e tuffarsi nel loro mondo.

Cosa succede per il bambino?

Lui non può certamente capire la nostra incoerenza. Come mai i genitori fanno con tanto piacere e dedizione quello che a lui è vietato o limitato? Chi sa quante cose interessanti ed appassionanti ci saranno su internet se i miei ci passano tante ore! Peggio ancora: il bambino rischia di sentire che dedicate più tempo ai vostri piaceri che a lui e che il computer o il cellulare contano di più di lui.

Precisiamo questo: è giusto che i genitori abbiano i loro svaghi, il loro tempo libero che il bambino deve rispettare, non devono essere “schiavi” dei figli e nemmeno totalmente a disposizione. Non sono solo genitori ed il bambino deve scoprire che ogni persona ha, per cominciare, se stesso e poi tanti altri ruoli. Ma tutto sta nella misura.

Come comportarsi?

Si spiega al bambino che si va su internet per lavorare e non solo per distrarsi o isolarsi. In presenza sua, ci si obbliga a staccare per condividere un momento con lui oltre che come autodisciplina, per cercare alternative a quello che è diventato una droga. Gli possiamo far vedere che sono tante le cose interessanti da fare, con lui o da soli. Non esiste solo l’informatica. L’ideale sarebbe di limitarci ad un computer solo in casa fissando degli orari per il suo utilizzo, ma ormai questa regola non vale più dato che tutti i cellulari ci offrono la possibilità di “navigare” e che ormai tutti ne siamo dotati.

Ricordiamoci che genitori alcolisti o drogati genereranno figli con questa propensione: evitiamo di fare altrettanto con le nostre piccole manie ed approfittiamo della presenza dei bambini per staccarcene.