Riprendiamo le nostre discussioni e lo facciamo affrontando un argomento che abbiamo già iniziato a trattare: il tradimento. Sono frequenti i casi di infedeltà e chi si presenta in studio vuole in qualche modo capire come sfruttare in positivo un tradimento, come poter reagire invece di essere ferito o, addirittura, annientato.
Un primo consiglio: cercate di capire perché il vostro partner è stato tentato e poi è passato all’azione, non accontentandosi delle fantasie. Per partire su delle basi nuove, occorre aver chiaro da dove è nato il problema: dalla vostra coppia, da lui o da lei? L’infedeltà è spesso il sintomo di una frustrazione all’interno della coppia: noia, mancanza di novità e di freschezza, assenza di tenerezza, comunicazione difficile, sessualità ridotta all’abitudine e troppo scontata… Queste difficoltà vanno considerate e risolte in due, cercando di fare il giro della questione con domande aperte. Le risposte non devono essere solo monosillabi ma aperte e le domande non si devono fare con un tono accusatorio, bensì di vero desiderio di comprensione.
L’infedeltà può verificarsi anche in coppie che apparentemente funzionano bene: rifiuto di invecchiare, ricerca di nuove sensazioni forti, bisogno di un partner ideale, desiderio di valorizzarsi, sono tutti aspetti da considerare. Il problema è insito in “chi” tradisce: sarebbe più opportuno fare uno sforzo per capire questa sua incapacità di accettare se stesso, il necessario adattamento al tempo che passa e che va vissuto con criteri diversi, non peggiori.
Il tradimento può anche nascere dalla donna, o perché si è attaccata al compagno come una cozza o, al contrario, perché se ne è totalmente distaccata, in particolare dalla nascita dei figli. O, ancora, da quando ha incontrato amiche o colleghe single che vivono in modo più “libero”… e le invidia un bel po’! In tal caso è necessario riconoscere in buona fede la propria parte di responsabilità senza subire le accuse del partner che vi darà in automatico la colpa per discolparsi. Siate obiettive e sincere.
Il momento della decisione da prendere
Delle mille domande che vi siete fatte, ne rimane una sola: partire o restare?
Un mio consiglio: in funzione del tipo di infedeltà commessa dal partner (passaggio all’azione con pulsione scattata dopo una serata troppo allegra, s.o.s., legame di “consolazione”, comportamento da Don Giovanni…), fate una diagnosi della salute generale della vostra coppia. Imparate ad essere un medico piuttosto che un giudice che soppesa il pro e il contro. Obiettivamente, pensate che il vostro partner sia una bella persona? Che cosa provate ancora per lui, staccandovi il più possibile dalle emozioni negative del momento (cosa non facile)? Secondo voi, questo legame ha un futuro? Ci sono ancora dei potenziali da sviluppare? Ricordate che 1 x 1000 fa 1000 mentre 0 x 1000 per mille fa 0! Detto in altro modo: ci credete o no? Avete ancora voglia di fare progetti comuni con il partner?
Se la risposta è si, lottate e andate avanti a testa bassa per sfondare, a testa alta. Perché ce l’avete fatta.
Lascia un commento