Cominciamo la settimana tornando su un argomento che abbiamo già iniziato a trattare nelle settimane precedenti parlando della scelta degli amici e di quella di interrompere gli studi; torniamo, dunque, sulla comparsa di certi atteggiamenti o comportamenti del nostro adolescente che ci rendono difficile riconoscerlo come lo stesso individuo che, bambino, cullavamo tra le nostre braccia. In sostanza, ci poniamo di fronte al problema che, ci piaccia o meno, i figli cambiano.
Category: Infanzia e adolescenza (Page 2 of 5)
Qualche giorno fa abbiamo iniziato ad affrontare il problema del cambiamento dei nostri ragazzi con l’inizio dell’adolescenza ed oggi proseguiamo affrontandone altri aspetti. Perché può arrivare un momento in cui pensiamo che la convinzione di averli educati con certi principi, con valori tramandati da generazioni sia stata solo un’illusione, poiché li vediamo prendere una strada ben diversa da quella sognata da noi. a molti è capitato, quindi, di chiedersi: “Ma quello è proprio mio figlio?“. D’altra parte, accettare il cambiamento del nostro adolescente non è la cosa più facile di questo mondo.
I futuri genitori sono al settimo cielo, ma quando in famiglia sta per arrivare un fratellastro, è importante rassicurare il bambino, spesso sconvolto da questa notizia. Se tutta la famiglia lo saprà accompagnare nell’affrontare questa prova, potrà scoprire che ha tutto da guadagnarci.
La parola “fratellastro” o “sorellastra” ha un qualcosa di peggiorativo che mi ha sempre urtata. Preferisco quella francese che suona come “semi-fratello” o “semi-sorella”, perché corrisponde in modo preciso alla realtà. In ogni caso (e per fortuna), quando la famiglia viene ricomposta, si tende a parlare semplicemente di fratelli e sorelle senza far distinzione.
Partiamo da un presupposto prima di dare qualche consiglio ai genitori in merito al look dei loro ragazzi.
Nell’adolescenza, il corpo si trasforma molto velocemente, non permettendo loro di assimilare un sempre nuovo schema corporeo. Non distinguono perfettamente i limiti del loro fisico… e diventano spesso addirittura maldestri come i piccoli. I genitori li sgridano dicendo “Hai la testa in aria”, “Chi sa dove hai la testa”, “Stai più attento a quello che fai”, ecc… ma in realtà li dovrebbero accompagnare con comprensione e (magari) humour in questa loro evoluzione. Se il ragazzo rovescia l’acqua, può voler dire che non ha ancora preso coscienza della sua forza nel versarla o delle nuove misure del braccio!
Siete scioccati dall’abbigliamento del vostro adolescente: jeans bucati, vita ultra bassa, magliette strappate e, impotenti, non vi resta che ad esclamare: “Ma come ti vesti???”
L’adolescente fa di tutto per marcare la sua originalità rispetto al modello familiare. Niente di più facile che farlo partendo dai vestiti per affermare le proprie scelta e la propria indipendenza. Si nota spesso che più i genitori vestono classici, più l’adolescente cercherà di staccarsi da questo modello da vecchio osando l’inverosimile!
Abbiamo visto, la scorsa settimana, come non sia facile confrontarsi, da genitori, con l’influenza dei media sulle vite dei figli.
Per molte persone, tuttavia, non è fattibile battersi su tutti i fronti, in particolare nel contesto attuale, in cui spesso le famiglie sono monogenitoriali. In tali casi, la massa degli stimoli mediatici riesce ad essere più forte di qualsiasi regola educativa.
Quando si trattava solo della televisione, si poteva in qualche modo arginarne l’impatto sui ragazzi, tutti i trucchi erano buoni per obbligarli a spegnerla o a non accenderla. Adesso, invece, fin da piccolissimi, i bambini hanno i videogiochi, il loro tablet, lo smartphone… Come e dove trovare l’energia sufficiente, da genitore, per intervenire su tutti i fronti?
Gli schermi e tutto quello che trasmettono prendono sempre più spazio nella vita dei bambini e degli adolescenti, oltre che in quella di noi adulti. E’ fondamentale, quindi, chiederci che ruolo abbiano i genitori nei confronti dei media per poi poter capire certe reazioni dei nostri ragazzi.
Iniziamo col dire che la risposta è piuttosto ambigua: positiva e negativa.
La scorsa settimana, abbiamo iniziato a dare qualche suggerimento sul come evitare di trasmettere ai figli le nostre piccole nevrosi ed oggi citerò altri due esempi. Qualcuno si potrà chiedere perché “nevrosi” e non solo, come la settimana scorsa, “fissazioni“: diciamo che tutte le manie e le fissazioni sono nevrotiche ma le nevrosi non si manifestano solo in fissazioni.
Purtroppo non possiamo essere esaurienti in materia e sappiamo quanti altri dubbi sulla sessualità dell’adolescente abbiamo in testa. Ecco ancora un esempio da aggiungere a quelli esaminati nelle scorse settimane:
- Se penso che mio figlio sia troppo giovane per avere un rapporto, ne parlo con lui?