Qualche giorno fa, una paziente che va regolarmente in crisi nel periodo natalizio mi ha chiesto: “Come posso sopravvivere all’incubo della cena di Natale?”. Aggiungendo anche che per lei (come per molte persone, ndr) tutto il mese di dicembre è un vero calvario!
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Abbiamo già trattato in altri post l’argomento seduzione e spesso in seduta mi capita di dover rispondere alla domanda “Cosa posso fare per riuscire a sedurre?“. Per questo motivo voglio tornare sull’argomento, ma non aspettatevi soluzioni “chiavi in mano”.
E’ evidente che, ancora una volta, si tratta di fare un lavoro su se stessi per scaricare certe idee preconcette, certe convinzioni o credenze che ci bloccano. A volte ci si sente intrappolati in un circolo vizioso, incapaci di trovare la via di uscita per entrare in contatto con l’esterno.
“Aiuto! Non riesco più a piacere!!!”. Come spiegare questo grido d’angoscia senza chiederci da che cosa dipenda il fatto di piacere o meno? Sono tanti i modi utilizzati dai pazienti per esprimere la medesima sensazione: “Sembra che io sia trasparente”, “Sono ordinaria e nessuno mi nota”, “Niente da fare, c’è qualcosa in me che non quadra, perché ho tanti amici ma niente di più”, “Esiste una pozione magica che possa attrarre su di me lo sguardo maschile?”, ecc…
Grida d’angoscia, tra l’altro, tipicamente femminili.
I futuri genitori sono al settimo cielo, ma quando in famiglia sta per arrivare un fratellastro, è importante rassicurare il bambino, spesso sconvolto da questa notizia. Se tutta la famiglia lo saprà accompagnare nell’affrontare questa prova, potrà scoprire che ha tutto da guadagnarci.
La parola “fratellastro” o “sorellastra” ha un qualcosa di peggiorativo che mi ha sempre urtata. Preferisco quella francese che suona come “semi-fratello” o “semi-sorella”, perché corrisponde in modo preciso alla realtà. In ogni caso (e per fortuna), quando la famiglia viene ricomposta, si tende a parlare semplicemente di fratelli e sorelle senza far distinzione.
Non passa giornata senza che qualche paziente mi faccia questa domanda: “Che cos’è l’amore?“.
Mi capita rispondere, in modo molto banale, che bisogna distinguere l’amore con la “a” normale e quello con la “A” maiuscola. Tuttavia, credo che nessuno di noi sia in grado di definire esattamente un sentimento che attiene alla psicologia, alle neuroscienze, alla sociologia, alla biologia. E che, soprattutto, deve essere vissuto più che definito.
Capita di frequente che, durante un colloquio con un paziente, mi trovi ad affrontare il tema dell’orgasmo: può una donna avere più orgasmi successivi? La risposta è: sì e no.
Molte donne possono, in effetti, raggiungere due e più orgasmi di seguito, ma la maggior parte di esse non lo sa e di conseguenza non mira a questo obiettivo che si raggiunge non solo con il coito ma anche con la testa e con il desiderio di prolungare l’amplesso, restando sul “plateau” orgasmico.
Il problema nasce dall’uomo che, dopo aver eiaculato, perde l’erezione e spesso si stacca dalla partner come se tutto fosse finito.
Come specialista dell’infanzia e dell’adolescenza, cercherò di presentare argomenti che mi vengono frequentemente sottoposti in studio o durante gli incontri con i genitori in modo da suggerirvi dei consigli sulla base di chiavi di lettura che non sono sempre immediate.
Prendiamo ad esempio il caso del bambino che si offende troppo facilmente.
Ricordiamo che il “per un niente” è il nostro punto di vista: cerchiamo di capire, invece, cosa si nasconde nella testa del bambino quando non accetta di perdere al gioco (questo vale anche per gli adulti… rimasti bambini), non tollera un rifiuto o di passare dopo gli altri e non per primo, ecc.