Se, come già abbiamo detto, la fiducia in sé non è innata ma è una costruzione progressiva e permanente, procediamo in questa opera con la massima consapevolezza, cercando di individuare i nostri “starter” e perché no, anche quelli degli altri. Che cosa, in un dato momento, ci ha dato la spinta per superare le nostre paure, i nostri timori?
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Uomini e donne sono spesso convinti che con l’arrivo della menopausa nella donna il desiderio sessuale diminuisca. Tuttavia, ciò è categoricamente falso.
In realtà, non ci sono evidenze scientifiche che il desiderio debba calare con la menopausa. Tutto dipende dalla vita sessuale della coppia e dalla capacità di mantenere vivo tale desiderio senza sentirsi “vecchi”.
Un genitore tende a parlare facilmente dei propri figli con gli amici, anche in presenza dei bambini, spesso sottolineando qualche difettuccio adorabile che avevano quando erano ancora più piccoli; ad esempio, il modo di parlare “cinese” mettendo la L al posto della R o il tenero rossore delle guance quando si sono trovati di fronte ad un estraneo. A volte, però, i bambini si mettono a piangere o comunque mostrano di non accettare questa benevola presa in giro.
Pensate allora che i bambini non abbiano il senso dell’umorismo.
Attraverso il contatto fisico (carezza, pacca sulla spalla o abbraccio che sia), riusciamo a trasmettere agli altri un sentire ed un sentimento, più comunemente quello dell’amicizia. Perché allora non cominciare da voi stessi? L’autogratificazione è fondamentale: datevi una bella pacca sulla spalla per manifestare questa amicizia con voi stessi, la più importante per poi poter essere amici degli altri e diventarlo per loro; per congratularvi per un successo, un obiettivo raggiunto, una difficoltà superata, un’iniziativa presa, per sentirvi vivi, attivi, pieni di energia che si auto rigenera.
Quella che vi descrivo di seguito è una situazione che emerge abbastanza di frequente durante le sedute.
Alcune amiche hanno programmato di incontrarsi per passare assieme il sabato pomeriggio ed ognuna propone la sua idea: il cinema, un giro in centro, un DVD da guardare in casa, cucinare una torta per la merenda, una qualsiasi occasione per chiacchierare. Una di loro tiene veramente a vedere un film che, prossimamente, non verrà più trasmesso ma la sua richiesta non viene nemmeno presa in considerazione. La ragazza non si sente accettata. Mette il broncio, resta in silenzio ed è con grande sforzo che segue il gruppo a casa di una di loro per cucinare. Figuriamoci, neanche le piace, ma non sa cosa fare da sola e non ha voglia di tornarsene a casa.
Il tema della paura specifica o della “paura della paura” è molto ricorrente nelle richieste di chi si rivolge allo psicologo. Il mio primo consiglio è quello di identificare le proprie paure, che sono ben distinte dall’ansia e della quale avremo l’occasione di parlare.
Un aspetto importante da considerare è che la mancanza di fiducia in se stessi è direttamente proporzionale alla facilità con cui si hanno delle paure, con le conseguenze più disparate.
Per quanto riguarda il problema della fiducia in se stessi vi ho, in precedenza, consigliato di liberarvi delle etichette, che sono come delle zavorre imposte dagli altri. Adesso che vi siete alleggeriti, è il momento di passare all’azione.
Se alcuni sembrano poter girare a testa alta, sfidando il mondo intero, altri invece si nascondono grazie ad occhiali da sole o cuffie, oppure camminano rasentando i muri per non essere notati.
La mancanza di fiducia in sé è un aspetto alla base di moltissimi problemi che mi trovo ad affrontare durante le sedute e ciò che ripeto continuamente è che la fiducia in se stessi si può acquisire.
Poco a poco cercherò di suggerirvi qualche trucco che sicuramente vi sarà utile se avete problemi di autostima.
Innanzitutto: no alle etichette.