Oggi voglio trattare le dinamiche relative alla morte di un genitore. L’argomento è difficile da trattare, è triste e purtroppo so che toccherà molti di voi lettori, che magari avete vissuto questa esperienza o la state vivendo.
Qualche giorno fa abbiamo iniziato ad affrontare il problema del cambiamento dei nostri ragazzi con l’inizio dell’adolescenza ed oggi proseguiamo affrontandone altri aspetti. Perché può arrivare un momento in cui pensiamo che la convinzione di averli educati con certi principi, con valori tramandati da generazioni sia stata solo un’illusione, poiché li vediamo prendere una strada ben diversa da quella sognata da noi. a molti è capitato, quindi, di chiedersi: “Ma quello è proprio mio figlio?“. D’altra parte, accettare il cambiamento del nostro adolescente non è la cosa più facile di questo mondo.
Abbiamo visto, la scorsa settimana, come non sia facile confrontarsi, da genitori, con l’influenza dei media sulle vite dei figli.
Per molte persone, tuttavia, non è fattibile battersi su tutti i fronti, in particolare nel contesto attuale, in cui spesso le famiglie sono monogenitoriali. In tali casi, la massa degli stimoli mediatici riesce ad essere più forte di qualsiasi regola educativa.
Quando si trattava solo della televisione, si poteva in qualche modo arginarne l’impatto sui ragazzi, tutti i trucchi erano buoni per obbligarli a spegnerla o a non accenderla. Adesso, invece, fin da piccolissimi, i bambini hanno i videogiochi, il loro tablet, lo smartphone… Come e dove trovare l’energia sufficiente, da genitore, per intervenire su tutti i fronti?
Eccomi al mare sognando il dolce far niente… ed invece no! Aiuto, mio figlio è il terrore della spiaggia e non trovo due minuti per me. Non posso far finta di nulla, perché ha deciso di seminare il panico ovunque passi.
Papà gli ha proposto di fare castelli di sabbia e strade per le macchinine, ma a lui questo gioco non piace. Preferisce calpestare le costruzioni altrui, lanciare la sabbia con la paletta e bagnare chi prende il sole. Un vero terremoto!
Questa scena vi è familiare?
Come si può intervenire prima che la situazione peggiori, rendendo la vacanza un inferno? Come porre fine a questi atteggiamenti aggressivi e dannosi?
Se, come già abbiamo detto, la fiducia in sé non è innata ma è una costruzione progressiva e permanente, procediamo in questa opera con la massima consapevolezza, cercando di individuare i nostri “starter” e perché no, anche quelli degli altri. Che cosa, in un dato momento, ci ha dato la spinta per superare le nostre paure, i nostri timori?
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