Oggi voglio trattare le dinamiche relative alla morte di un genitore. L’argomento è difficile da trattare, è triste e purtroppo so che toccherà molti di voi lettori, che magari avete vissuto questa esperienza o la state vivendo.
Dopo un lungo periodo di assenza, riprendo il nostro dialogo mediante questo blog e lo faccio introducendo alcune situazioni purtroppo molto frequenti e dolorose per le famiglie.
Una domanda che molto frequentemente mi viene posta dai pazienti è la seguente: “Ci stiamo separando, come lo spiego ai miei figli?“.
“Sono una DOC”, mi ripeteva una mamma che in seduta voleva parlare del suo bambino e che non riusciva ad immaginare la gravità del problema quando sono i bambini ad essere vittime di disturbi ossessivi e compulsivi.
Lei si rifugiava in una bella definizione che la rassicurava, mentre contestava con forza che il piccolo potesse soffrire di un disturbo da affrontare in modo sistematico. Il colmo è che le mamme sono proprio le prime ad essere coinvolte dalle richieste continue, assillanti e snervanti dei piccoli.
Proseguiamo con i post a tema natalizio ed affrontiamo un problema non banale da spiegare ai figli: chi è Babbo Natale?
I bambini stanno scrivendo le loro letterine, i genitori li portano a meravigliarsi (per non dire a scegliere) nei reparti giocattoli, ed ecco spuntare cioccolate, caramelle, zuccherini e travestimenti vari da Babbo Natale. Che, in fin dei conti, spesso diventa un alleato dei genitori, che ricorrono a lui tirandolo in ballo per minacce in caso di comportamenti maleducati o brutti voti, o promesse di regali…
Non esiste certamente una risposta categorica alla domanda che tanti genitori si pongono sull’opportunità o meno di lasciare che i propri figli credano in Babbo Natale.
E’ una questione apparentemente futile, ma che non deve essere presa alla leggera,. E porto a testimonianza testimoni alcuni esempi che mi sono stati sottoposti durante la consultazione.
Ogni anno, già da ottobre (in realtà iniziano anche prima) i negozi ci propongono una miriade di articoli natalizi e chiunque si sia trovato a dover scegliere un regalo per bambini dai 3 ai 7 anni sa che non si tratta di un’impresa facile.
Come prendere una decisione che possa conciliare il desiderio del piccolo e la preferenza dei genitori? Ludico o educativo che sia, ricordiamoci che il primo criterio per scegliere un regalo è quello di far piacere al bambino anche se (purtroppo) è già sommerso di regali durante tutto l’anno.
Ecco di seguito qualche indicazione che vi permetterà di illuminare il suo sguardo sciogliendo le vostre perplessità: “è ancora piccolo“, “chissà per quanto tempo userà questo gioco“, “meglio scegliere qualcosa di molto nuovo o stare sul tradizionale?“.
Cominciamo la settimana tornando su un argomento che abbiamo già iniziato a trattare nelle settimane precedenti parlando della scelta degli amici e di quella di interrompere gli studi; torniamo, dunque, sulla comparsa di certi atteggiamenti o comportamenti del nostro adolescente che ci rendono difficile riconoscerlo come lo stesso individuo che, bambino, cullavamo tra le nostre braccia. In sostanza, ci poniamo di fronte al problema che, ci piaccia o meno, i figli cambiano.
Qualche giorno fa abbiamo iniziato ad affrontare il problema del cambiamento dei nostri ragazzi con l’inizio dell’adolescenza ed oggi proseguiamo affrontandone altri aspetti. Perché può arrivare un momento in cui pensiamo che la convinzione di averli educati con certi principi, con valori tramandati da generazioni sia stata solo un’illusione, poiché li vediamo prendere una strada ben diversa da quella sognata da noi. a molti è capitato, quindi, di chiedersi: “Ma quello è proprio mio figlio?“. D’altra parte, accettare il cambiamento del nostro adolescente non è la cosa più facile di questo mondo.
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